La cisti pilonidale “silus piloniodale” nota anche come fistola sacro-coccigea, è una patologia che si manifesta principalmente nella regione sacro-coccigea, cioè nella parte inferiore della schiena, vicino all’inizio della piega interglutea.
Si tratta di una condizione che può causare fastidi significativi, con sintomi che variano dalla presenza di un rigonfiamento indolore alla comparsa di infezioni acute.
Come si presenta una cisti pilonidale
La cisti pilonidale è una cavità o un’infiammazione che si sviluppa sotto la pelle, solitamente contenente peli, sebo e altri detriti cellulari; questo tipo di lesione può evolvere in una fistola sacro-coccigea, una comunicazione patologica con l’esterno, con conseguente fuoriuscita di materiale purulento.

Sebbene questa patologia sia più comune negli uomini, può colpire anche le donne, solitamente tra i 15 e i 35 anni. La sua insorgenza è spesso associata a fattori come la presenza di peli folti, attrito o pressione nella zona interessata.
Le cause della cisti pilonidale
Le cause precise della cisti pilonidale non sono ancora del tutto chiare, ma numerosi studi hanno evidenziato diversi fattori predisponenti:
- Familiarità;
- Peli incarniti: La penetrazione dei peli nella pelle può causare una risposta infiammatoria.
- Attrito e pressione: L’uso prolungato di indumenti stretti o il mantenimento di posture sedentarie favoriscono l’insorgenza della patologia.
- Igiene inadeguata: La mancata rimozione di peli e detriti dalla zona sacrale può contribuire alla formazione della cisti.
La combinazione di questi fattori può portare alla formazione di una raccolta o di un ascesso, che se non opportunamente trattato, evolve in una fistola sacro-coccigea.
Sintomi e diagnosi
I sintomi della cisti pilonidale variano in base allo stadio della patologia:
- Asintomatica: nelle fasi iniziali, la cisti può essere percepita come un piccolo rigonfiamento indolore.
- Infiammazione acuta: in questa fase si possono osservare dolore, rossore, calore locale e gonfiore.
- Ascessi e secrezioni: quando l’infezione evolve, si può sviluppare un ascesso con fuoriuscita di pus attraverso piccoli orifizi cutanei (pits).
Per una diagnosi corretta, il medico eseguirà un esame obiettivo della zona interessata. In alcuni casi, potrebbero essere richiesti esami strumentali come l’ecografia per determinare l’estensione della cisti o della fistola.
Cisti pilonidale: immagini per una diagnosi più precisa

Immagine: RM Cisti Pilonidale
Case courtesy of Hidayatullah Hamidi, Radiopaedia.org. From the case rID: 179389
L’utilizzo di immagini diagnostiche potrebbe essere utile per identificare con precisione la posizione e il decorso della fistola. Tecniche come l’ecografia della cute e del sottocute della regione sacro-coccigea o, nei casi più complessi, la risonanza magnetica della regione sacro-coccigea, possono fornire informazioni dettagliate.
Grazie a queste immagini, è possibile pianificare l’intervento chirurgico in modo ottimale.
Come curare la fistola sacro-coccigea? Quando ricorrere all’intervento chirurgico?
Il trattamento della fistola sacro-coccigea dipende dalla gravità della patologia. Di seguito, esaminiamo le principali opzioni terapeutiche:
Trattamento conservativo
In alcuni casi, quando la cisti non è infetta o è di piccole dimensioni, possono essere sufficienti semplici accorgimenti:
- Applicazione di creme antibiotiche o antinfiammatorie.
- Mantenimento di una buona igiene personale.
- Rimozione dei peli nella zona interessata (epilazione definitiva della plica interglutea)
Intervento chirurgico
Quando la cisti pilonidale evolve in una fistola sacro-coccigea o provoca episodi ricorrenti di infezione, è necessario ricorrere a un intervento chirurgico. Esistono diverse tecniche chirurgiche, tra cui:
- Incisione e drenaggio: utilizzato in caso di ascesso acuto per rimuovere il pus e ridurre l’infiammazione.
- Chirurgia tradizionale: consiste nella rimozione completa (asportazione) della cisti, della fistola e dei tessuti circostanti; ne esistono due varianti:
- Tecnica “aperta”: prevede la guarigione spontanea (“per seconda intenzione”) della ferita, attraverso diverse medicazioni;
- Tecnica “chiusa”: prevede la sutura diretta della ferita e in casi particolari l’applicazione di un drenaggio;
- Tecniche mininvasive che garantiscono tempi di recupero più brevi, quali:
- EPSiT (Endoscopic Pilonidal Sinus Treatment) ovvero trattamento endoscopico del sinus pilonidale, attraverso l’utilizzo di una piccola telecamera (endoscopio) collegata ad uno schermo, consente di esplorare la cavità della cisti e della fistola, drenandone il contenuto e bruciando il tramite interno.
- SiLaC (Sinus Laser Closure) coartazione laser della fistola, cioè “chiusura” della cisti e dei relativi tramiti fistolosi attraverso l’impiego di una fibra laser.
Prima di procedere, il chirurgo discuterà con il paziente le opzioni disponibili, valutando i rischi e i benefici di ciascuna.
Quanto tempo serve per guarire? Il post operatorio
Il tempo di guarigione varia in base al tipo di intervento e alla gravità della patologia:
- Per un drenaggio semplice, il recupero è rapido, generalmente un giorno.
- In caso di chirurgia tradizionale, la guarigione completa può richiedere diverse settimane, fino a circa due mesi.
- Con tecniche mininvasive, il tempo di recupero si riduce significativamente, con una ripresa delle normali attività in circa 3-7 giorni.
Durante il post-operatorio è essenziale seguire attentamente le indicazioni del medico per prevenire recidive e favorire una guarigione ottimale.
Prevenzione della recidiva: 4 utili consigli
La prevenzione è fondamentale per ridurre il rischio di sviluppare nuovamente una cisti pilonidale o una fistola sacro-coccigea. Ecco alcuni consigli utili:

- Mantenere una buona igiene personale: lavare regolarmente la regione sacrale e coccigea per rimuovere peli e detriti, mantenendo la zona PULITA ed ASCIUTTA.
- Evitare indumenti troppo stretti: al fine di ridurre l’attrito sulla zona sacrale.
- Rimuovere i peli: utilizzare metodi come l’epilazione laser definitiva della plica interglutea per prevenire la formazione di recidive
- Evitare posture prolungate: Interrompere periodicamente posizioni sedentarie per ridurre la pressione sulla regione sacrale.
Adottare queste semplici misure può aiutare a prevenire la ricomparsa della patologia, soprattutto nelle persone predisposte.
Il sinus pilonidale o fistola sacro-coccigea è una patologia che, sebbene molto comune, può avere un impatto significativo sulla qualità della vita di chi ne soffre.
Grazie ai progressi nella chirurgia e alle tecniche di trattamento sempre più avanzate, oggi è possibile affrontare queste condizioni con successo, garantendo tempi di recupero rapidi e riducendo al minimo il rischio di recidive.
Se sospetti di avere una cisti pilonidale o hai già ricevuto una diagnosi, affidati a un chirurgo esperto per ricevere la cura più adatta alle tue esigenze.
F.A.Q – Le domande più frequenti sulla cisti pilonidale
L'intervento è doloroso?
L’intervento viene eseguito in anestesia locale o spinale. Il dolore post-operatorio è gestibile, soprattutto con tecniche mini-invasive come il laser.
Dopo l'intervento posso subito tornare alle normali attività quotidiane?
Dipende dal tipo di lavoro. Chi lavora da seduto potrebbe aver bisogno di qualche giorno di pausa. In media, il ritorno alle attività avviene in 3-10 giorni.
E' vero che anche dopo l'intervento, la cisti pilonidale è soggetta a recidive?
Sì, se non si rispettano le indicazioni post-operatorie o se la ferita si riapre. Ecco perché il follow-up è importante.
Come posso prevenirla?
Mantenere la zona pulita e asciutta, evitare l’eccessiva sudorazione, depilare in modo delicato se consigliato, e ridurre il tempo passato seduti.